Natale: Emilia Romagna, 300 milioni di euro per la tavola delle feste

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In Emilia Romagna le famiglie spenderanno circa 300 milioni di euro per imbandire le tavole delle feste di fine anno, con alimentari e bevande che costituiranno un quarto delle spese per le festività 2016-2017, collocandosi nella classifica delle spese subito dopo i regali e i viaggi. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti Emilia Romagna sulla base dei dati Deloitte per le prossime festività natalizie, da cui emerge che cibo e bevande rappresenteranno il 24% della spesa, a conferma che gli italiani e gli emiliano romagnoli in particolare amano il buon cibo.
Nella nostra regione – secondo le stime Coldiretti Emilia Romagna – due abitanti su tre consumeranno i pasti in casa. Sulle tavole lungo la via Emilia verranno “spazzolati” più 2.500 tonnellate di pasta, in cui la parte del leone verrà fatta dai tortellini, seguiti dalla pasta ripiena in generale, dai cappelletti agli anolini, anche se in Romagna non mancheranno i passatelli. Un tempo i tortellini venivano fatti principalmente in casa, mentre oggi nelle città il 65% viene acquistato da sfogline o da ristoranti che si sono organizzati per rifornire i clienti (nelle città i negozi di sfogline e i ristoranti, anche famosi, organizzati per vendere pasta ai clienti sono quasi raddoppiati negli ultimi dieci anni). Verranno inoltre consumati 850 tonnellate tra cotechini e zamponi (con una forte preferenza per i primi) accompagnati dalle lenticchie, il tutto innaffiato da 6 milioni di bottiglie di spumante.
C’è una forte preferenza per i prodotti italiani prima di tutto (70%) e poi locali (40%). La preferenza va ai vini nazionali, compreso lo spumante che viene preferito allo champagne. Rigorosamente locali sono cotechini e zamponi, che in Emilia Romagna hanno il riconoscimento Igp dell’Unione europea, in testa alle preferenze dei consumatori, anche se non mancheranno altri prodotti di eccellenza a denominazione di origine, come il Culatello di Zibello, il Prosciutto di Parma e il salumi piacentini (pancetta, coppa e salame), soprattutto negli antipasti. Se tra i dolci il panettone e il pandoro hanno ancora la preminenza, avranno spazio anche i dolci locali come il Pampepato Igp di Ferrara e il Panone di Natale a Bologna.
Due emiliano romagnoli su tre consumeranno i pasti in casa. Il ritorno in cucina- afferma Coldiretti regionale – spinge anche verso una scelta attenta degli ingredienti, con una forte tendenza alla ricerca di materie prime fresche e genuine. Il risultato è un vero boom degli acquisti nelle fattorie o nei mercatini degli agricoltori dove faranno la spesa di Natale quasi un emiliano romagnolo su cinque. La migliore garanzia sull’originalità dei prodotti alimentari in vendita nei mercati è quella della presenza personale del produttore agricolo che può offrire informazioni dirette sul luogo di produzione e sui metodi utilizzati. L’acquisto diretto dal produttore garantisce il miglior rapporto prezzo/qualità, con il taglio delle intermediazioni, ma è anche la garanzia del legame con il territorio. 

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