Presentato oggi il Sana. Domenica 8 settembre la giornata Arga

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Vandana Shiva, presente al taglio del nastro di Sana 2014

Da sabato 7 settembre a martedì 10 settembre, al Quartiere Fieristico di Bologna, il mondo del biologico e del naturale professionale saranno sotto i riflettori in occasione di SANA, la più importante manifestazione espositiva italiana per l’alimentazione biologica certificata, l’erboristeria, la cosmesi naturale e biologica. Il 25° Salone Internazionale del Biologico e del Naturale è organizzato da BolognaFiere, in collaborazione con FederBio, con il patrocinio del Ministero delle politiche Agricole, Alimentari e Forestali, del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di EXPO 2015 di Milano e di IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements).
La presentazione di SANA alla stampa si è svolta questa mattina, a Bologna, con gli interventi del Presidente di BolognaFiere Duccio Campagnoli, del Presidente di FederBio Paolo Carnemolla, dell’Assessore all’Agricoltura, Economia ittica, Attività faunistico-venatoria della Regione Emilia-Romagna Tiberio Rabboni, dell’Assessore al Coordinamento Giunta, Relazioni Internazionali del Comune di Bologna Matteo Lepore, del Presidente della Camera di Commercio di Bologna Giorgio Tabellini, del consigliere di COSMETICA Italia Antonio Argentieri, del direttore di Confesercenti Loreno Rossi e del professor Entico Roda.

A tagliare il nastro dell’inaugurazione, sabato 7 settembre alle ore 10.30, saranno l’ecologista  e scienziata Vandana Shiva,  il sottosegretario alle Politiche Agricole con delega all’EXPO 2015, Maurizio Martina e il Presidente della Commissione Politiche Agricole al Parlamento Europeo, Paolo De Castro, Successivamente al taglio del nastro, nell’area SANA FOR EXPO 2015,  parteciperanno al convegno inaugurale “Da SANA all’EXPO 2015 per un’agricoltura sostenibile”. Introdurrà e farà gli onori di casa il Presidente di BolognaFiere, Duccio Campagnoli. Ad animare l’inaugurazione di SANA penserà Serena Dandini, conduttrice televisiva.

Il biologico continua a crescere nel nostro Paese e cresce anche a SANA: con i 550 espositori dell’edizione 2013 segniamo un più 20% rispetto all’edizione 2012” ha sottolineato nel suo intervento il Presidente di BolognaFiere, Duccio Campagnoli. “Inoltre, grazie alla collaborazione di Ministero dello Sviluppo Economico, Ice, Regione Emilia-Romagna, FederBio, Federalimentari, Istituto Agronomico Mediterraneo, saranno presenti a SANA qualificate delegazioni di buyer esteri provenienti da Francia, Germania, Belgio, Olanda, Regno Unito, Paesi Scandinavi e Baltici, Russia, Stati Uniti e Corea del Sud, una presenza che premia lo sforzo fatto nei mesi scorsi da BolognaFiere per qualificare e rafforzare il posizionamento internazionale di SANA e per promuovere il bio made in Italy nel mondo. Uno sforzo che si accompagna al dichiarato impegno di BolognaFiere di fare di Sana la rampa di lancio dei temi della sostenibilità e dell’agricoltura biologica all’interno dell’EXPO 2015. A tal fine nello spazio SANA for EXPO 2015, abbiamo programmato incontri dedicati a esperienze italiane ed internazionali che testimoniano il valore del biologico per nutrire il pianeta,  tema, quest’ultimo, al centro dell’Expo 2015. Il nuovo progetto “Bologna Città degli orti”, a partire da SANA 2013, sarà poi il filo verde che collegherà manifestazioni fieristiche legate alla green economy, quali SAIE, che quest’anno sposa il tema del “better building”, Smart City Exhibition, EIMA all’EXPO 2015. L’edizione di SANA 2013”, ha osservato infine  il Presidente di BolognaFiere “si presenta particolarmente ricca non solo di espositori nei tre settori della fiera, ma anche di informazioni e contenuti culturali, a partire dalla salute e dall’alimentazione e alla food security rispetto alla sostenibilità ambientale. E con SANA SHOP presenta per la prima volta un’area di mille metri quadrati che si configura come un autentico bio-store in cui solo gli espositori di SANA potranno vendere i loro prodotti ai visitatori”.

I numeri del bio in Emilia-Romagna e in provincia di Bologna
Secondo i dati elaborati dall’amministrazione regionale, nel 2012 sono salite a 4.024 le aziende bio certificate dell’Emilia-Romagna, con un salto in avanti del 9,9% rispetto alle 3.661 aziende censite nel 2011. Continuano ad aumentare i trasformatori, cioè le imprese dedite alla sola lavorazione e vendita dei prodotti: sono a quota 994, il 10,2% in più rispetto al 2011. Torna il segno più anche per il numero dei produttori, che nel 2011 erano rimasti sostanzialmente invariati rispetto al passato, mentre nel 2012 sono protagonisti di un aumento del 9,8% (sono 3.030 in tutto), pari a 271 nuove aziende, tra le quali riprendono quota gli allevatori, che dopo un calo del 6,5% nel 2011 rispetto al 2010, sono tornati a crescere nel 2012 (+11,4%). Tra i 3.030 produttori agricoli, aumentano le aziende dedite solo al biologico (sono 1.622, +18,6% rispetto al 2011) e le aziende in conversione, cioè che hanno avviato il percorso verso la produzione bio certificata (sono 840, +10,2%). Calano invece del 10,2% (64 aziende in meno nel 2012 rispetto al 2011) i produttori misti (biologico più convenzionale). Nel 2012 il territorio regionale vanta anche una new entry, in particolare in provincia di Modena: un raccoglitore di frutti spontanei. Infine, sono diventate tre le aziende di acquacoltura (una sola nel 2011).

In regione la provincia con il maggior numero di operatori bio rimane Forlì-Cesena, con 687 aziende (+2,2% rispetto al 2011), mentre quella con l’incremento più spiccato è Reggio Emilia (+20,2%), con 448 unità in totale. Tutte le variazioni del territorio regionale sono comunque in positivo. Dopo Forlì-Cesena, sul podio salgono Parma (618 aziende, +13,6%) e a pari merito con 566 aziende Bologna e Modena (con un aumento rispettivamente del 7,6% e 10,8%). Seguono Reggio Emilia (448), Piacenza (401, +13,6%), Ravenna (292, +6,2%), Ferrara (225, +7,1%) e infine Rimini con 221 aziende (+12,2).

Nel bolognese si contano 566 aziende bio (40 in più rispetto all’anno precedente, pari a un aumento del 7,6%). Si suddividono in 166 trasformatori (+2,5%) e 400 produttori (+9% in un anno, in controtendenza rispetto al calo registrato nel 2011 rispetto al 2010). Tra questi, 240 sono aziende interamente dedite a produzioni biologiche, 53 sono miste (biologico più convenzionale) e 107 in conversione, hanno cioè avviato il percorso verso la produzione bio certificata.

Nel territorio di Piacenza si contano 401 aziende bio (il 13,6% in più rispetto al 2011). Dopo il calo registrato nel 2011, tornano a crescere i trasformatori (a quota 57, +16,3% in un solo anno). In ripresa anche i produttori che salgono a 344 (+11,6%). Tra questi, 210 sono aziende interamente dedite a produzioni biologiche, 22 sono misti (biologico più convenzionale) e 112 in conversione, hanno cioè avviato il percorso verso la produzione bio certificata.

Dopo il calo del 2011 sul 2010, nel territorio di Parma tornano a crescere le aziende bio, che salgono a 618 unità, con un aumento del 13,6 per cento. La crescita coinvolge sia i trasformatori (145, +19,8%), sia i produttori, a quota 473 (+10,6%). Tra questi, 250 sono aziende interamente dedite a produzioni biologiche (ben 72 in più nel 2012 rispetto al 2011), 65 sono misti (biologico più convenzionale) e 158 in conversione, hanno cioè avviato il percorso verso la produzione bio certificata.


La provincia di Reggio Emilia nel 2012 registra un boom di aziende bio, che salgono del 20,1% rispetto al 2011, arrivando a quota 448. Un balzo non da poco lo mettono a segno i trasformatori, che raggiungono le 104 unità (+23,8%). In avanti anche i produttori, che diventano 344 (+16%).  Tra questi, 160 sono aziende interamente dedite a produzioni biologiche, 66 sono misti (biologico più convenzionale) e 117 in conversione, hanno cioè avviato il percorso verso la produzione bio certificata. Si registra infine un’azienda specializzata in acquacoltura.

Nel modenese si contano 566 aziende bio, aumentate del 10,8% nel 2012 rispetto al 2011, quando invece erano risultate invariate all’anno precedente. I trasformatori sono saliti a quota 148, mentre i produttori sono 418. Tra questi, 242 sono aziende interamente dedite a produzioni biologiche, 70 sono misti (biologico più convenzionale) e 105 in conversione, hanno cioè avviato il percorso verso la produzione bio certificata. In più la novità del raccoglitore di frutti spontanei, che entra a pieno titolo nel novero delle aziende produttrici di biologico.

Nella provincia di Ferrara si contano 225 aziende bio (il 7,1% in più rispetto all’anno precedente). Si suddividono in 67 trasformatori (+9,8% in un anno), e 158 produttori (+5,7% in un anno). Tra questi, 51 sono aziende interamente dedite a produzioni biologiche, 87 sono misti (biologico più convenzionale) e 19 in conversione, hanno cioè avviato il percorso verso la produzione bio certificata. Infine si registra un’azienda di acquacoltura.

La provincia di Forlì-Cesena anche nel 2012 si conferma prima in Emilia-Romagna per numero di aziende bio: sono 687 (+2,2% rispetto al 2011). L’aumento riguarda sia i trasformatori (+1,6%, a quota 129) sia i produttori, saliti a 558, con un aumento del 2,3%. Tra questi, 300 sono aziende interamente dedite a produzioni biologiche, 135 sono misti (biologico più convenzionale) e 123 in conversione, hanno cioè avviato il percorso verso la produzione bio certificata.


Nel ravennate si contano 292 aziende bio (il 6,2% in più di un anno fa). Si suddividono in 113 trasformatori (+6,6% in un anno), e 179 produttori (+5,6% in un anno). Tra questi, 85 sono aziende interamente dedite a produzioni biologiche, 54 sono misti (biologico più convenzionale) e 40 (quasi il doppio rispetto all’anno precedente) in conversione, hanno cioè avviato il percorso verso la produzione bio certificata.

Prosegue il trend positivo in provincia di Rimini che in un anno ha visto aumentare del 12,2 per cento il numero delle sue aziende biologiche, a quota 221 unità nel 2012. Una performance che ancora non basta, però, a togliere a Rimini il ruolo di fanalino di coda in Emilia-Romagna. Le imprese di trasformazione salgono a 65 (+6,6%), mentre i produttori sono 156, il 12,8% in più rispetto al 2011. Tra questi, 84 sono aziende interamente dedite a produzioni biologiche, 12 sono misti (biologico più convenzionale) e 59 in conversione, hanno cioè avviato il percorso verso la produzione bio certificata.




A SANA gli ultimissimi dati
I più recenti dati sull’andamento del biologico a livello nazionale saranno presentati a SANA dagli esperti del SINAB, il Servizio d’informazione nazionale sull’agricoltura biologica istituito dal Ministero per le Politiche Agricole, alimentari e forestali, nel convegno in programma sabato 7 settembre “Osservatorio SANA: tutti i numeri del bio made in Italy” (ore 14, Sala Melodia, Centro Servizi, blocco B, 1° piano). Nella medesima occasione saranno anche presentati i risultati di due indagini realizzate per l’Osservatorio di SANA 2013 da Nomisma su incarico di BolognaFiere: un’indagine diretta sul canale della distribuzione per comprendere caratteristiche degli assortimenti, opportunità  e previsioni di mercato, i requisiti indispensabili per proporre i propri prodotti sugli scaffali dei punti vendita specializzati bio e della Grande Distribuzione; una seconda indagine sul consumatore italiano per valutarne l’interesse attuale e potenziale anche per prodotti naturali e biologici non alimentari.
Secondo le prime anticipazioni del Ministero per le Politiche agricole, Alimentari e Forestali, le aziende bio in Italia nel 2012 sono aumentate del 3%, e la superficie agricola coltivata secondo il metodo biologico ha registrato una crescita complessiva del 6,4%. Continuano a crescere in Italia anche i consumi di prodotti biologici: i dati rilevati dal Panel Famiglie Ismea/GFK-Eurisko, nel primo quadrimestre 2013, portano il segno positivo, grazie ad una spesa bio ancora in espansione con addirittura un + 8,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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